Santuario di Oropa

Il Santuario di Oropa si sviluppa attorno a due chiostri principali.

Sono due grandi cortili che lasciano a bocca aperta i visitatori cingendoli come forti braccia in un abbraccio protettivo.

Di certo questa doveva essere anche la sensazione dei pellegrini che un tempo vi giungevano valicando le Alpi.

Percorrevano i sentieri montani che giungono dalla Francia e che necessitavano di riparo e ristoro per proseguire il loro viaggio verso Roma.

Storia del Santuario di Oropa

Documenti storici fanno supporre che il luogo in cui si trova oggi il Santuario di Oropa fosse considerato sacro già in epoca precristiana.

Tuttavia non si hanno testimonianze di quel periodo e, sebbene si presuma che la nascita del primo nucleo avvenne nel IV secolo ad opera di Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, le prime testimonianze scritte della sua reale esistenza risalgono solamente al 1200.

La struttura subì modifiche e ampliamenti e, nel corso dei secoli, il Santuario di Oropa divenne, oltre che luogo di passaggio dei viandanti, anche luogo di permanenza e pellegrinaggio dei fedeli.

La prima conformazione sviluppata attorno alla Basilica Antica, e orientata verso il Sacro Monte e quindi verso ovest, divenne così insufficiente per ospitare le persone che vi giungevano.

Si parla di migliaia di presenze in contemporanea, spesso costrette a dormire all’addiaccio per mancanza di stanze in cui ospitarle.

Il Colle di San Francesco

Un ulteriore ampliamento venne effettuato abbattendo il Colle di San Francesco, che si trovava a sud, dove ora c’è il Prato delle Oche, per dare spazio al grande cortile che oggi accoglie i visitatori e sul quale si affacciano negozi, bar e ristoranti.

Gli spazi ottenuti permisero di ricavare nuove aree per dare rifugio ai pellegrini sempre in aumento e per i quali venne decisa la realizzazione di un terzo chiostro.

Quest’ultimo non è mai stato compiuto.

Avrebbe dovuto racchiudere il piazzale antistante la Basilica Superiore consacrata nel 1960.

Da quel momento l’ampliamento del Santuario di Oropa si fermò.

I nuovi mezzi di trasporto resero più facile la salita Biella – Oropa e molti visitatori vi si recano ormai per un’escursione in giornata.

Per chi volesse godere dell’ambientazione unica che qui si trova, nelle stanze del santuario è possibile alloggiare in camere dall’arredo molto accogliente.

Attualmente il Santuario di Oropa è il santuario mariano più grande dell’arco alpino.

Il chiostro principale

Risaliamo le gradinate e varchiamo l’accesso al chiostro principale. Un particolare di questa porta si trova proprio lungo le pareti del passaggio, dove sono affisse grandi lapidi commemorative in onore di grandi personaggi che in passato sono stati qui.

Tra essi è da ricordare Guglielmo Marconi che trasse dalla contemplazione del panorama dal Santuario di Oropa l’ispirazione per l’invenzione del telegrafo. La frase qui incisa cita: “Nell’estate del 1894 dall’alta montagna d’Oropa contemplando il Biellese pensai che l’uomo potesse trovare nello spazio nuove energie, nuove risorse e nuovi mezzi di comunicazione.” [cit. Giglielmo Marconi]

Qui si trova anche la targa affissa in occasione dell’inserimento del Santuario di Oropa tra i siti Patrimonio dell’Umanità. Oropa fa parte dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, il riconoscimento è avvenuto a Parigi il 3 luglio 2003.

La vista che si gode accedendo al chiostro è una delle più fotografate di questo luogo.

Di fronte, spesso attorniata di visitatori che bevono dai mestoli pendenti (anche se ora non è più raccomandabile), si trova la Fontana del Burnell.

Ad entrambi i lati del portico un lungo colonnato cinge il cortile e, sulla destra, si trova la Basilica Antica.

Oltre ad essa, un leggero pendio fa da uscita verso il monte e in quella direzione si erge imponente la Basilica Superiore, l’edificio più moderno dell’intero complesso.

Basilica Antica

La Basilica Antica è la dimora in cui si trova la Madonna Nera di Oropa. La sua statua è venerata da secoli e attira ogni anno circa 800.000 visitatori e fedeli.

La costruzione risale al 1600.

Venne edificata in occasione del voto della città di Biella scampata all’epidemia di peste del 1599.

La chiesa, costruita a contatto con la roccia come dimostra il masso che si vede sul lato sinistro all’esterno, viene ultimata nel 1620.

Questo è il luogo più mistico del santuario, dove il silenzio regna dando spazio alla preghiera e la meditazione.

Molti sono gli affreschi e le opere presenti sulle pareti della basilica, ma l’attenzione non può non essere catturata dal Sacello Eusebiano.

Esso risale alla Chiesa di Santa Maria che sorgeva qui prima della basilica.

Il sacello ha origini quindi ben più antiche, risale al IX secolo.

Al suo interno, alle pareti, si trovano pregiati affreschi realizzati da un ignoto pittore conosciuto nella zona come Maestro di Oropa, mentre, in una nicchia, si trova la statua lignea della Madonna Nera, plasmata nel XIII secolo per mano di uno scultore valdostano.

Sul lato sinistro, all’esterno del sacello, si trovano invece tre lapidi commemorative, testimonianza degli unici tre miracoli certificati e attribuiti dalla Chiesa alla Madonna di Oropa.

La galleria degli ex voto

Proprio al fianco destro della Basilica Antica, mentre passeggiando osservi i mille particolari delle finestre, delle colonne, dei comignoli che ti circondano (e non riuscirai mai a vederli tutti), si trova una porta che conduce a una scalinata che sale fino alle Gallerie degli Ex-Voto.

Già facendo i gradini non si può non restare impressionati. Decine di coccarde da neonato sono appese alla parete in ringraziamento alla nascita avvenuta, sotto di esse grandi mazzi di bastoni e stampelle fanno pensare a probabili guarigioni da terribili infortuni, ma qui non hai ancora visto niente.

Arrivati in cima alle scale ci si trova davanti un lungo corridoio le cui pareti sono piene di quadri di varie dimensioni i cui ritratti testimoniano terribili incidenti, decessi scampati, guarigioni ritenute prodigiose e migliaia di altre grazie che i fedeli attribuiscono alla Madonna Nera.

Percorrere le due gallerie osservando le raffigurazioni fa gelare il sangue nelle vene, ma rende consci di quanta fede e quanta devozione le persone provino per la Madonna di Oropa.

Il Museo dei Tesori di Oropa

A metà circa della seconda galleria, un cartello indica l’ingresso del Museo dei Tesori di Oropa.

Il costo del biglietto non è caro e al suo interno si possono ammirare ricchezze, molte delle quali non solo in termine economico, legate alla storia del santuario.

All’ingresso, tre grandi dipinti raffigurano i tre miracoli attribuiti alla Madonna Nera.

Questi tre quadri sono anche i primi tre ex-voto donati al Santuario di Oropa, il primo dei quali fu donato dalla città di Biella e risale al 1552.

Nelle prime due sale del museo si possono ammirare oggetti antichi di importanza storico-artistica e alcuni reperti archeologici rinvenuti a Oropa risalenti al II secolo a.C..

Nella terza sala, invece, sono esposti i paramenti sacerdotali storici del santuario.

Mentre nella quarta sala si possono ammirare preziosi gioielli e, nella teca centrale, i gioielli della corona, che ogni cento anni vengono utilizzati per l’incoronazione centenaria della statua della Madonna Nera.

NOTA BENE: L’ultima incoronazione della Madonna Nera è avvenuta nel 2020 (causa, oviamente, COVID).

È stato un evento molto sentito dalla popolazione e, oggi, puoi vedere esposto il manto della Madonna di Oropa sul retro del sacello.

Le ultime tre stanze, infine, testimoniano il forte legame che il Santuario di Oropa ha avuto e conserva con la casata dei Savoia.

Molti lavori di ampliamento sono stati infatti finanziati e voluti dalla famiglia nobiliare e ancora oggi i discendenti, se lo desiderano, possono pranzare nella sala o dormire nelle camere da letto storiche.

Un tuffo nel passato quindi tra gli arredi storici del salotto, della camera del re e quella della regina.

Ambientazioni forse meno cariche di fede e misticismo, ma di certo significative per comprendere la storia passata del Santuario di Oropa.

All’interno del Santuario di Oropa

Uscendo dal museo, si può arrivare alla galleria delle camere da letto. In queste stanze restaurate si può soggiornare se si desidera fermarsi a Oropa per qualche giorno.

Dal lato opposto della galleria, ovvero all’angolo tra le due gallerie degli ex-voto, se ne avrai la fortuna, non lasciarti sfuggire la possibilità di visitare la biblioteca.

È un vero tesoro del santuario, con antichi scaffali in legno intagliato dove sono conservati ben 15.000 volumi antichi tra cui molti trattati riguardanti il Biellese e, tra altri vari pezzi rari o unici, una bibbia poliglotta tradotta anche in arabo.

Ovviamente tutto questo è solo una piccola parte di ciò che il Santuario di Oropa offre.

È un complesso unico nel suo genere, imponente e affascinante attorno al quale si trovano numerosi luoghi d’interesse.

Oropa offre una varietà di percorsi e spunti di visita tali da non potersi annoiare mai.

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