Castello di Canossa

Arriviamo a Canossa (o quel che ne resta), in un pomeriggio molto caldo con l’intenzione di godere di una visita al castello, spiegato da un’ottima guida con l’ausilio di un visore di VR che ci fa immergere nell’atmosfera dell’epoca di Matile, grazie all’associazione “you are Matilde“, cosa che poi abbiamo fatto e che ci è piaciuto moltissimo

Il Castello di Canossa venne costruito a ridosso dell’anno 940 dall’allora conte di Mantova Adalberto Atto di Canossa.

Il complesso originario presentava un triplice ordine di cinte murarie, un convento benedettino e una chiesa dedicata a Sant’Apollonio.

Tra il primo e il secondo ordine di mura sorgevano infine le stalle, i locali per l’esercito e la servitù e le attività che andavano a costituire il borgo.

L’imponente struttura si dimostrò inespugnabile già dopo pochi anni dalla sua costruzione.

Nel 950, infatti, il marchese d’Ivrea Berengario II prese d’assedio la rocca per tre anni consecutivi senza riuscire a penetrarle.

Suo obiettivo era stanare la regina d’Italia Adelaide di Borgogna, rifugiatavisi dopo l’assassinio del marito Lotario II.

Di quel primo antico complesso rimane ben poco: gli imponenti ruderi che oggi si vedono sulla rupe sono per lo più riferibili al tardo medioevo ed ai secoli successivi.

Ciò si deve ad una combinazione di fattori, quali il naturale degrado delle strutture dovuto al tempo e all’abbandono, il collasso di parte dei versanti del massiccio roccioso sul quale il castello sorgeva, ma anche ai danni riportati durante almeno due assedi e alle trasformazioni edilizie avvenute attraverso i secoli.

La lettura dei ruderi, delle planimetrie ottocentesche e il confronto con altri castelli coevi consentono però di formulare un’ipotesi restitutiva plausibile, riferita ai tempi della Contessa.

La conformazione sottile ed allungata della cresta della rupe ha infatti condizionato notevolmente lo schema costruttivo dell’impianto: esso doveva imperniarsi, presumibilmente, su di un nucleo residenziale difeso collocato in sommità e separato dal centro monastico, posto più in basso, tramite un diaframma difensivo.

Si otteneva così una compartimentazione per recinti paralleli, con specifiche funzioni e accessi indipendenti, che garantivano attività diverse senza interferenze.

Questa è una caratteristica peculiare, che renderebbe questo castello l’unico di tutto lo scacchiere nel quale coesistessero, già in origine, funzioni difensive, signorili e cultuali.

La presenza della chiesa e del monastero hanno certo favorito lo storico incontro del 1077.

Al Castello di Canossa si lega anche la figura della Gran Contessa Matilde di Canossa, personalità di spicco della casata degli Attoni descritta da letterati del calibro di Petrarca e Ariosto come donna saggia, imperiosa e feroce con i nemici.

Nata nel 1046, Matilde divenne a trent’anni l’unica sovrana del dominio di Canossa, un regno che comprendeva gran parte dell’Emilia e della Lombardia, l’intera Toscana continentale, l’Umbria e la maremma laziale.

Le sue capacità la resero una pedina centrale abile all’interno dello scacchiere politico dell’epoca.

Per tutta la vita si dimostrò una fedele sostenitrice dello Stato Pontificio intessendo relazioni proficue soprattutto con i papi Gregorio VII e Urbano II.

Il Castello di Canossa è famoso per un episodio storico avvenuto nel 1077 e noto come Umiliazione di Canossa.

Pochi anni prima, nel 1073, aveva infatti avuto inizio la cosiddetta Lotta per le investiture, una contesa tra lo Stato pontificio e il Sacro Romano Impero che aveva come oggetto il diritto alla nomina del papa.

Gli attori dello scontro erano papa Gregorio VII ed Enrico IV di Franconia, entrambi alla ricerca di nuovi equilibri politici ed entrambi indisposti a cedere potere.

La situazione di compromise nel 1076, quando Enrico dichiarò deposto il papa e quest’ultimo rispose con una scomunica.

A rimetterci maggiormente fu tuttavia l’imperatore, il quale fu costretto a recarsi presso Gregorio VII per implorarne il perdono.

Teatro dell’incontro fu proprio il Castello di Canossa, luogo in cui il papa si era rifugiato come ospite di Matilde.

Tra il 25 e il 27 gennaio del 1077, l’imperatore Enrico IV fu così costretto come segno di umiliazione ad attendere in ginocchio all’ingresso del castello che il papa accettasse di riceverlo; il tutto mentre fuori imperversava una bufera.

Le fortificazioni canossane 

Alla metà del X secolo, Atto Adalberto diede avvio a un’abile politica di acquisizioni, permute e conquiste che porterà la pronipote Matilde a governare su di un territorio esteso dal Veronese all’alto Lazio, dal Tirreno all’Adriatico.

Atto si impossessa inizialmente della zona appenninica tra i fiumi Enza e Secchia, al cui centro si trovavano i domini di suo padre Sigefredo e, secondo la tradizione, comincia quasi subito ad incastellarli.

In base a quanto supponiamo pare che particolare rilevanza strategica abbia assunto, all’interno di questo sistema, il complesso Rossena – Canossa, che vede i due manufatti fortificati funzionare, dal punto di vista difensivo, in stretta simbiosi: Canossa si connota come centro politico e sede del potere, forse nemmeno particolarmente vocata a fungere da perno difensivo dei possessi canossani, mentre Rossena controllava il diverticolo viario proveniente dalla Valle dell’Enza ed è abbastanza vicino da vedersi demandati i principali compiti militari a livello territoriale.

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