Rocca di Fontanellato (o Rocca Sanvitale)

Tre sono i gioielli della Rocca Sanvitale di Fontanellato, ancora interamente arredata con mobili e suppellettili d’epoca:

  • qui è visitabile l’unica Camera Ottica in funzione in Italia all’interno della quale un sistema di specchi riflette l’immagine della piazza antistante su uno schermo;
  • qui si trova l’Affresco del Parmigianino nella Saletta di Diana e Atteone dipinto nel 1523, capolavoro del Manierismo Italiano;
  • lo Stendardo della Beata Vergine di Fontanellato grande drappo in damasco rosso lungo 5 metri e alto 4 metri datato tra il 1654 ed il 1656.
    La sua forma e gli anni della sua esecuzione hanno fatto pensare anche ad un suo utilizzo come bandiera di nave – una Galera – capitanata da un nobile Sanvitale, come attestano alcuni documenti, che ha solcato il Mar Mediterraneo durante la guerra di Candia.

Il Museo Rocca Sanvitale di Fontanellato, tra i primi in Italia, dà l’opportunità unica – al di fuori dei normali orari di visita del castello – di ammirare anche “in solitudine” la celebre Camera Picta, l’Affresco del Parmigianino (con prenotazione obbligatoria, da soli, o in coppia, seduti all’interno della stanza, senza nessuna spiegazione di guide, senza rumori attorno, senza altre persone).

La torre sud, originariamente più alta e sviluppata su più piani per contenere le prigioni del castello, ospita al suo interno l’unica camera ottica ottocentesca ancora funzionante in Italia, accessibile direttamente dal Giardino di Flora.

L’ambiente circolare, molto buio, accoglie due sistemi di specchi e un prisma posti in corrispondenza delle antiche feritoie, che consentono di riflettere e proiettare nitidamente su tre schermi all’interno del locale l’immagine a 180° della piazza antistante la rocca; l’apparecchiatura, voluta dal conte Giovanni Sanvitale alla fine del XIX secolo, nacque come avveniristico gioco di società dell’epoca.

La camera ottica nel 1964 fu scelta come set per alcune sequenze del film Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci.

La Rocca Sanvitale oltre alle visite guidate offre la possibilità di: eventi, festeggiare matrimoni e cerimonie, ospitare meeting di lavoro e congressi, raduni d’auto e moto d’epoca, concerti, spettacoli e balletti, cene e pranzi a tema, mostre d’arte.

Come ogni castello o rocca che si rispetti, anche questa ha le sue leggende.

una di esse narra che si manifesti nel Castello il fantasma della piccola Maria Costanza Sanvitale, nipotina della Duchessa Maria Luigia d’Austria.

La bambina, vocata alle belle arti, al canto e al ballo, morì all’età di 5 anni, 7 mesi e 7 giorni, lasciando disperati i genitori, i giovani Conti Albertina e Luigi.

Alcune guide del maniero e alcuni turisti hanno udito passi, una voce di bimba a chiamarli ed hanno visto ombre, in due sale in particolare: la Sala del Biliardo e la Sala da Ricevimento (ma altri “testimoni” confermerebbero, invece, che sia la cappella di San Carlo la sua dimora eterna).

l’altra, secondo alcuni, tra le sale del piano nobile si aggirerebbe lo spirito di Barbara Sanseverino, giustiziata in seguito alla presunta congiura nei confronti del duca Ranuccio I Farnese.

L’originaria fortificazione a difesa del borgo di “Fontana Lata” fu eretta a partire dal 1124 per volere del marchese Oberto I Pallavicino, che ottenne il feudo in seguito a uno scambio di terreni con i marchesi Folco e Ugo I d’Este.

Nel 1145 Oberto cedette al comune di Piacenza la torre e il suo territorio.

Nel XIV secolo i Visconti si impossessarono della fortezza, che nel 1378 Gian Galeazzo Visconti concedette in beneficio ai guelfi Sanvitale, come compenso per la loro fedeltà.

Nel 1386 i nuovi feudatari avviarono i lavori di costruzione di un nuovo castello attorno all’antica torre; la cinta muraria fu completata verso il 1400 e nel 1404 il duca di Milano Giovanni Maria Visconti innalzò al rango di contea il territorio di Fontanellato, investendone ufficialmente i fratelli Giberto e Gian Martino Sanvitale.

Nel 1482, durante la guerra dei Rossi, la rocca subì l’assalto da parte delle truppe rossiane.

Nel 1551, durante la guerra di Parma, il castello fu attaccato dai soldati imperiali, che furono respinti.

Il castello fu in seguito ampliato e trasformato in elegante dimora nobiliare, ricca di importanti opere d’arte e affreschi; la struttura fu pressoché completata nelle forme attuali nel XVI secolo.

Nei primi anni del XVII secolo la rocca subì un attacco da parte dell’esercito spagnolo, che causò il danneggiamento delle fortificazioni; di conseguenza l’ingegnere di corte Smeraldo Smeraldi fu incaricato della sistemazione del fossato, su cui fu edificato un nuovo ponte in muratura in sostituzione dell’antico ponte levatoio.

Nel 1611 il conte Alfonso II Sanvitale fu accusato di aver partecipato alla presunta congiura ai danni del duca Ranuccio I Farnese, che comportò la confisca di tutti i suoi beni e la condanna a morte di tutti i nobili coinvolti.

Solo dopo alcuni anni suo cugino Alessandro II Sanvitale, in segno di riconoscenza da parte dei Farnese, ebbe il permesso di acquistare dalla Camera Ducale di Parma la rocca di Fontanellato.

Nel 1688 il conte Alessandro III Sanvitale trasformò in cappella il livello terreno dell’antico mastio d’accesso, che era stato adibito a legnaia agli inizi del secolo in seguito allo spostamento dell’ingresso nella torre adiacente; fu modificato inoltre il precedente oratorio posto sull’altro lato del cortile centrale, mentre furono ristrutturati alcuni ambienti del primo piano; fu infine realizzato l’attuale grande orologio sulla fronte dell’alta torre, in sostituzione di un altro strumento risalente al XVI secolo.

Altri piccoli interventi furono eseguiti nel XVIII secolo, quando furono aperte le portefinestre con balconcini in ferro battuto in facciata e sulle torri.

Intorno al 1830 il conte Luigi Sanvitale fece abbattere alcuni corpi aggiunti in epoca più recente sul lato sud-ovest, per realizzare sul terrazzo così ricavato un giardino pensile, dedicato alla dea Flora.

Nel 1878 la rocca fu restaurata ripristinando alcuni degli elementi medievali perduti nei secoli; i lavori interessarono in particolare il cortile interno, ove furono risistemati i loggiati e furono aperte alcune finestre in stile neogotico.

Verso la fine del XIX secolo l’ultimo conte Giovanni Sanvitale fece trasformare la torre sud in camera ottica.

Nel 1948 vendette la rocca all’amministrazione comunale di Fontanellato, che in seguito ne avviò i lavori di restauro per adibirla a sede municipale e aprire alcune sale al pubblico.

Nel 1999 furono resi visitabili altri 11 ambienti restaurati del piano terreno, in seguito allo spostamento degli uffici comunali e degli archivi che vi erano collocati.

Il castello, interamente circondato da un fossato alimentato da acqua di risorgiva, si sviluppa su una pianta quadrata attorno a un cortile centrale, con quattro torri angolari, di cui tre cilindriche.

La facciata principale, interamente rivestita in laterizio come il resto della struttura, è preceduta dal seicentesco ponte in muratura d’accesso, che conduce all’alta torre centrale.

Sopra all’ampio portale d’ingresso ad arco a tutto sesto si aprono simmetricamente due portefinestre con balconcino in ferro battuto.

In sommità si staglia un grande orologio seicentesco con quadrante interno ed esterno, restaurato nel 1997; l’unica lancetta dorata, arricchita con la raffigurazione centrale del Sole, è collegata a tre campane, che scandiscono il passare del tempo secondo un complesso schema; il quadrante esterno indica le 12 ore con numeri romani, le mezze ore con lance e i quarti d’ore con linee.

A coronamento si elevano lungo il perimetro della torre e dell’intero castello merlature ghibelline, in parte coperte da tetti.

Alla sinistra del torrione d’accesso si innalza in aggetto una seconda torre più piccola, che in origine fungeva da mastio e da ingresso alla rocca; la muratura mostra ancora a metà altezza i segni dei merli a coda di rondine accecati e dei bolzoni chiusi del ponte levatoio, che si collegava attraverso il portale centrale ad arco a tutto sesto col primitivo atrio d’ingresso, successivamente trasformato nella cappella di San Carlo.

All’estremità meridionale si eleva una piccola torre cilindrica con beccatelli e caditoie, ai margini del giardino pensile; la piccola struttura terrazzata, in origine adibita a prigione su più livelli, ospita dalla fine del XIX secolo la camera ottica voluta dal conte Giovanni Sanvitale.

Accanto a essa si sviluppa dietro alla cortina merlata il giardino pensile ottocentesco, che si apre verso l’esterno attraverso alcune arcate a sesto ribassato ricavate nella muratura.

All’estremità ovest si eleva una seconda torre cilindrica, uguale alla precedente.

Alla destra del torrione d’accesso si erge su tre livelli l’ala nord-est del castello, che culmina sullo spigolo orientale con una torre cilindrica su due piani, arricchita dalla portafinestra con balconcino aperta nel XVIII secolo.

Il fianco nord-orientale è caratterizzato dalla presenza al piano nobile di un’elegante loggia ad arcate a tutto sesto, innalzata su colonnine in pietra e marmo con capitelli; le pareti interne sono decorate con affreschi rinascimentali.

All’estremità nord si innalza una torre quadrangolare a un piano solo, coronata da un terrazzo nascosto dalla merlatura, che prosegue lungo tutto il prospetto nord-occidentale.

Di fronte all’ingresso della rocca si elevano le gotiche Scuderie Sanvitale, innalzate nel XV secolo per motivi difensivi e successivamente trasformate nelle scuderie del castello, in sostituzione di quelle fino ad allora collocate nei sotterranei della rocca.

L’androne d’accesso è coperto da una volta a botte ornata con affreschi risalenti agli inizi del XVI secolo, quando l’ingresso fu spostato dal mastio originario; i decori, riscoperti e parzialmente ridipinti nel 1840, raffigurano una serie di stemmi di famiglie collegate ai Sanvitale.

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