Ponti sul Mincio

Lasciamo il Golf club, e decidiamo di allungare il giro passando da alcuni luoghi che dovrebbero meritare la visita, come questo comune
Ponti è un caso atipico all’interno di una provincia come quella di Mantova, una fra le più delineate storicamente fra tutte quelle d’Italia.
Il paese non condivide infatti la secolare esperienza gonzaghesca, essendo stato fin dal Medioevo un comune veneto della provincia veronese.
L’attuale collocazione è dovuta a Napoleone il quale, liquidata la Repubblica di Venezia e cedutala all’Austria col trattato di Campoformio, trattenne Ponti in Lombardia per esigenze di strategia militare evidenti nel toponimo stesso del luogo.
Il 30 aprile del 1945 nelle vicinanze di Ponti, sul monte Casale, venne combattuto uno degli ultimi combattimenti della seconda guerra mondiale in Italia.
Fu lo scontro che due formazioni di partigiani, la Brigata Italia e la Brigata Avesani, affiancate dagli Arditi del IX reggimento, combatterono contro un reparto della FLAK tedesca.
Nella battaglia morì anche un soldato statunitense, Richard Carlson.
Nel 2008, in occasione dell’anniversario della battaglia, il parco giochi comunale fu dedicato alla sua memoria.

Il punto forte di questo paesino, altrimenti poco interessante, è il suo castello,
Fu edificato in posizione strategica sulle colline che dominano il Mincio probabilmente dopo la presa del potere a Verona da parte di Mastino I della Scala intorno al 1260.
Divenne un importante maniero per il sistema difensivo scaligero che comprendeva anche gli edifici di Monzambano, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Custoza e Sona.
Il complesso fortificato, dotato di rivellino, è costituito dalle mura perimetrali con quattro torri scudate e il mastio che fungeva da controllo del fiume.
Faceva probabilmente parte del Serraglio difensivo scaligero che comprendeva inizialmente tre castelli: Valeggio sul Mincio, Gherla e Villafranca, e impediva le incursioni milanesi e mantovane nel territorio veronese.

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