Rocca al Mare – Museo etnografico Estone all’aria aperta – Eesti Vabaõhumuuseum

Nel 1863 il barone francese Arthur Girard de Soucanton, a quell’epoca borgomastro di Reval (Tallinn), acquistò da un tizio una tenuta lungo la scogliera sul mare, pochi chilometri ad ovest dal centro della città.

In quel luogo vi fece edificare una villa estiva, battezzata con il nome italiano di Rocca al Mare.

Attorno alla dimora fu fatto allestire un bel parco, attraversato da una strada che procedeva in modo bustrofedico e fu chiamata Via Appia, perché lastricata in modo simile all’omonima e più antica strada romana.

Come pietre per la pavimentazione furono utilizzate alcune rovine del Monastero di Santa Caterina, costruito a Reval nel 1246 da monaci domenicani scandinavi ed abbandonato poi nel 1526, dopo essere stato distrutto da una folla inferocita di Luterani, al tempo della Riforma.

I nuovi abitanti iniziarono così a trasferirsi a Rocca al Mare all’inizio di giugno di ogni anno, per trascorrervi un paio di mesi di vita oziosa ed ordinata: passeggiate lungo la costa, serate musicali, giochi di società, battute di caccia.

Ma l’ospitalità di amici e di persone care costituiva un aspetto fondamentale del soggiorno estivo.
Durante i ricevimenti, infatti, ci si adoperava affinché gli ospiti restassero impressionati per il raffinato mobilio della casa, per l’estrema cura del parco, per la cucina raffinata e soprattutto per le maniere cortesi della servitù.

Con il tempo, il nome di Rocca al Mare fu esteso a tutto il quartiere successivamente edificato intorno alla villa e che oggi fa parte integrante della città di Tallinn.

La rilevanza culturale e turistica di Rocca al Mare è arrivata infine al primissimo ordine, grazie anche alla costruzione del centro commerciale più grande dell’Estonia, all’intensa e rinomata attività ricettiva e di ristorazione, ad una scuola importante, alla presenza di un palazzo del ghiaccio ed alla vicinanza con lo zoo.

Rocca al Mare: una perla con il nome italiano, all’interno della capitale dell’Estonia.

Il museo all’aperto

Concepito fin dal 1913, nel 1957 a Rocca al Mare finalmente fu inaugurato il Museo Estone all’Aria Aperta (Eesti Vabaõhumuuseum), ovvero una ricostruzione a grandezza naturale di un villaggio rurale di pescatori del diciottesimo secolo, completo di chiesa, pensioni, scuola, numerosi mulini, una stazione dei pompieri, dodici fattorie complete di attrezzature, animali da allevamento e persone che indossano abbigliamento tradizionale.

Il sito si estende su un’ottantina di ettari di terreno e comprende più di 70 edifici separati tra loro e, pertanto, tutto l’insieme irroga l’autentica impressione che il tempo si sia fermato a qualche secolo fa.

Come si può facilmente immaginare, il museo costituisce una interessante destinazione per turisti e visitatori. 

Il Museo all’Aperto dell’Estonia è come un villaggio a sè stante, situato ai confini della città, in quella che una volta era l’area della residenza estiva Rocca al Mare e aperto il 22 maggio 1957.

La preziosa collezione di architettura rurale estone è costituita da 74 edifici dei quali un paio è risalente agli ultimi due secoli.

Al loro fianco, presto verranno aggiunti altri edifici.

Così come nel territorio estone, anche le fattorie del museo sono collocate secondo la tipologia dei villaggi del tempo: le fattorie dell’estonia occidentale e settentrionale in una linea concatenata di villaggi, le fattorie delle isole in un gruppo di case attorno alla piazza del villaggio, le fattorie dell’Estonia meridionale sparse irregolarmente qui e lì nel territorio.

Le  fattorie del popolo Setu e della popolazione russa del lago Peipsi sono invece collocate l’una vicina all’altra come da tradizione.

Una dozzina di edifici più importanti del cortile del museo sono abitazioni, le case del tempo.

Il più delle volte la casa-granaio è un luogo unico che detiene un posto d’onore nella storia della popolazione estone per aver offerto riparo per centinaia d’anni, ma si può vedere anche qualche edificio di pescatori e qualche sauna, nonchè una più moderna casa colonica del 1930.

Gli edifici comuni erano la scuola, la cappella, la locanda, il negozio e la caserma dei pompieri. Essi formano il piccolo centro del villaggio.

Una serie di capanni per le reti dei pescatori e mulini caratterizzano il paesaggio tipico.

La nostra antica casa-granaio merita di essere trattata a parte.

Le prime tracce risalgono al quattordicesimo secolo.

Gli estoni erano il popolo agricoltore situato più a nord e a loro serviva un luogo ben riscaldato per essiccare i cereali.

Mille anni fa era difficile essiccare la segale invernale – il cereale più importante per la produzione di pane – nella sauna di allora, che assomigliava ad una stanza piena di fumo.

Fu così che la casa-granaio si rivelò il tipo di abitazione caratteristica estone più diffusa.

In questo edificio si riunisce sotto un unico tetto una grande stanza con stufa per vivere e per essiccare i cereali (stanza, nell’Estonia meridionale capanna), per la trebbiatura e la setacciatura dei cereali e d’inverno era usata come stalla e granaio.

Dal diciasettesimo secolo vennero annesse altre stanze.

Passeggiando per il sito, ci si può imbattere anche in alcune rane piuttosto grosse e, quando lle abbiamo incontrate noi, erano in piena stagione degli amori

Le case-granaio hanno diverse varianti a seconda del luogo.

Il tipo più comune della cossidetta casa-granaio dell’Estonia del nord ha una stanza centrale più alta e più stretta dell’essiccatoio.

Questo tipo di casa è in esibizione nel museo.

Le case-granaio di Sassi-Jaani, Köstriaseme, e del villaggio di Pulga.

Nel tipo dell’Estonia meridionale la capanna presenta la stanza principale e l’essiccatoio della stessa altezza e larghezza.

Nella maggior parte dei casi si può accedere alla stanza principale dall’essiccatoio.

Questa tipologia era diffusa nell’Estonia meridionale, ma anche nel nord della Lettonia, a Hiiumaa e nella parte occidentale dell’isola di Saaremaa.

Qui si può vedere come migliore esempio la parte vecchia della casa-granaio di Kolga, che è anche l’abitazione da villaggio più antica del museo (1723).

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