Prato allo Stelvio – Prad am Stilfserjoch

Arriviamo in questo grazioso e tranquillo paesino, a bordo di un carro-attrezzi sul quale c’è anche la nostra fidata moto la quale, appena iniziata la discesa dal passo dello Stelvio, si è spenta e siamo scesi a motore spento fino a Trafoi. L’indomani l’avremmo accompagnata dal meccanico a Merano per farci dire che avevo inavvertitamente premuto il tasto rosso dello spegnimento d’emergenza (una figura…)

Benché il nome “Prato allo Stelvio” possa far supporre che la località si trovi nelle immediate vicinanze del Passo, essa sorge 20 km più a valle, ad un’altitudine di 915 metri, sul fondovalle della Val Venosta.

Non a caso larga parte del territorio comunale di Prato allo Stelvio è compresa nel Parco Nazionale dello Stelvio: si pensi alla natura incontaminata delle pendici del Gruppo dell’Ortles ed al selvaggio ambiente protetto del delta fluviale del torrente Solda alla confluenza con l’Adige – la cosiddetta Arena di Prato (”Prader Sand”) – che ospita una varia e rara avifauna,

Girovagando tra i moderni negozi e camminando su vetusti acciottolati, si passa davanti a cortili interni di case contadine ed al campanile romanico.

Un paese decisamente moderno e vivace, dove si è saputo coniugare armonicamente le esigenze dei tempi con valori tradizionali.

Si sono così in parte conservati l’antico e pittoresco aspetto, l’alquanto nostalgico acciottolato ed i numerosi piccoli e grandi tesori artistici romanici del paese e dei dintorni.

Buona parte degli edifici di Prato allo Stelvio risalgono al Cinquecento e non pochi di essi sono degni di essere osservati con attenzione. Ad esempio la casa in Via Argentieri n. 18, un edificio romanico con rifacimenti del Cinquecento.

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