Il Ponte-Fortezza Visconteo

Un ponte-fortezza fatto costruire nel 1393 da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, lungo circa 650 metri largo 25 metri, con un piano stradale posto a 9 metri dal livello delle acque.
La ragione prima della costruzione di questa straordinaria diga fortificata deve essere ricercata nella volontà di garantirsi l’impenetrabilità dei confini occidentali, per difendere la città di Verona ed assicurarsi i collegamenti con i territori veronesi da poco annessi ai propri domini.
Lo studio dell’esigua documentazione dell’epoca sembra confermare che il progetto iniziale del Visconti prevedesse il rafforzamento della linea d’acqua fra il Mincio e l’Adige.

Il 14 Aprile 1393 iniziarono i lavori di costruzione del Ponte Visconteo nella valle del Mincio.
La progettazione della colossale opera fu affidata a due tra i più valenti ingegneri del tempo: il fiorentino Domenico dei Benintendi ed il veronese Melchiorre Gambaretti.
Nell’estate del 1393, il capitano del Comune e del Popolo di Mantova, Francesco Gonzaga, sentendosi minacciato dalla costruzione del “Ponte – Diga”, inviò emissari diplomatici a Firenze, chiedendo l’intervento autoritario per contrastare le mire viscontee.

Fu tutto inutile, perchè il Visconti, per nulla intimorito dalla diplomazia mantovana e conscio della propria forza militare, portò a compimento la grande impresa; ma davanti a complessi problemi di ingegneria idraulica dovette per forza apportare delle modifiche al progetto iniziale: infatti da “Ponte – Diga” divenne “Ponte – Fortezza”.
Il manufatto venne completato nel 1395, con la costruzione dei parapetti merlati e delle rocche centrali e laterali.
Raccordato al Castello sovrastante, portò la lunghezza complessiva del “Serraglio” a circa 17 chilometri.

Se il “Ponte – Fortezza” ebbe un profondo impatto sugli equilibri politici dell’epoca, dal punto di vista militare la sua validità fu di breve durata.
Infatti la stessa Repubblica di Venezia si accorse ben presto, quando subentrò ai Visconti nel 1405, che i costi di manutenzione erano superiori ai benefici ricavati in termini di sicurezza e controllo dei confini di stato.
Nel corso del XVI secolo, le strutture valeggiane vennero vendute ai privati e solo negli anni Venti del secolo scorso il Comune di Valeggio sul Mincio si riappropriò di questo ponte e, con l’ausilio di una struttura in ferro, ripristinò la viabilità stradale.

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