Il ponte-acquedotto romano di Pont d’Ael

Un’epigrafe di grandi dimensioni sul lato nord del ponte dà informazioni dettagliate sul costruttore.
Il ponte dunque fu finanziato con mezzi propri nel 3 a.C. da Caio Avillio Caimo da Padova, uno dei gestori della miniera situata nelle vicinanze, il che era evidenziato in particolare dalla collocazione centrale del PRIVATVM:

IMP CAESARE AVGVSTO XIII COS DESIG
C AVILLIVS C F CAIMVS PATAVINVS
PRIVATVM

Per esteso:

Imperatore Caesare Augusto XIII consule designato
Gaius Avillius Gaii filius Caimus Patavinus
privatum

Traduzione:

Al tempo in cui l’imperatore Cesare Augusto fu nominato console per la 13ª volta,
Caio Avillio Caimo da Padova, figlio di Caio, (ha costruito questo ponte)
con mezzi privati.

In prossimità del villaggio di Pont d’Ael, situato sulla destra della strada che da Aymavilles conduce a Cogne, sorge un ponte-acquedotto di epoca romana sul torrente Grand-Eyvia.
Si tratta di una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 metri e lunga più di 50.

Il monumento aveva una funzione di ponte-acquedotto. Si presenta, infatti, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato in grosse lastre litiche squadrate (lo specus) e originariamente impermeabilizzato da apposita malta idraulica, che consentiva il passaggio dell’acqua, e un camminamento inferiore, largo circa un metro e opportunamente aerato ed illuminato, che consentiva il transito di uomini e animali.

Molto rari gli esempi noti di acquedotti privati che non siano collegati ad una villa o ad un possedimento terriero; il ponte-acquedotto di Pont d’Ael, infatti, si evidenzia proprio in quanto attinente ad un utilizzo dell’acqua per scopi “industriali”, adducendo l’acqua necessaria all’estrazione e alla lavorazione del marmo bardiglio le cui cave sono state individuate più a valle, in località Pesse del comune di Aymavilles.

Questo tipo di marmo presenta un colore che va dal grigio-azzurro al grigio-perla venato e non è difficile riconoscerlo in gran parte dei monumenti pubblici e privati di Aosta romana.

Esplorazione e funzione

Il ponte attraversa il torrente Grand Eyvia presso pont d’Aël, all’entrata della val di Cogne, una valle laterale 8 km a sud-ovest di Aosta.
Una prima descrizione fu tramandata nel 1550 da Emanuele Filiberto Pingone, che allegò anche uno schizzo. Il barone di Malzen (1826) e Édouard Aubert (1860) fornirono ulteriori immagini, che mostrano l’opera già nella sua forma attuale.
Nel 1930, Piero Barocelli completò le celebri misurazioni del 1864 dopo gli scavi all’ingresso occidentale del ponte.
Una misurazione completa fu eseguita per la prima volta da Mathias Döring nel 1996.
In questa occasione si poté dimostrare che il ponte non era, come generalmente ritenuto fino ad allora, una via di trasporto per i minerali ferrosi, bensì faceva parte di una conduttura d’irrigazione per le aree agricole della crescente colonia di Augusta Prætoria e riforniva di acque un lavaggio dei minerali per il minerale ferroso estratto a Cogne.
Essendo escluso un rifornimento di acqua potabile da Augusta Prætoria, la città si riforniva dal vicino Buthier.
Ciononostante l’acqua, accanto alla sua principale funzione economica, potrebbe essere stata utilizzata anche per la copertura del fabbisogno di acqua potabile della campagna locale.

I recenti lavori di ricerca, restauro e valorizzazione nel sito del Pont d’Ael a Aymavilles sono consistiti, oltre che in una serie di campagne di scavo archeologico effettuate sia sul camminamento superiore, sia lungo la sponda in sinistra orografica, anche nel completo restauro conservativo del ponte-acquedotto, nella realizzazione di un percorso di visita e nel recupero di un fabbricato adiacente destinato a diventare il Centro di interpretazione del sito.

Il progetto di valorizzazione ha permesso la ricostituzione dell’originario percorso ad anello consentendo così ai visitatori, dopo aver transitato nel condotto superiore, di entrare nel livello pedonale attraverso l’accesso in sponda sinistra e uscire guadagnando la sponda destra dove sarà riprodotta, grazie ad una passerella in acciaio, l’antica strada romana di servizio ricavata nella roccia naturale e che oggi in parte non esiste più a causa della natura scistosa e friabile della roccia locale

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