Prigione di Patarei

Poco fuori la città, direttamente sul mare (discreto e silenzioso), un tempo fortezza sul mare e dal 1920 prigione, Patarei è diventata il simbolo più truculento della repressione durante gli anni dell’occupazione sovietica dell’Estonia (1944-1991).

Il memoriale della famigerata prigione si trova nel nel lungomare di Tallinn nel quartiere di Kalamaja attaccato al nuovo porto, ed è facilmente raggiungibile.

Sì, perchè non fu solo luogo di detenzione, Patarei è stata anche teatro di efferate torture fisiche e psicologiche oltre che di numerose uccisioni avvenute tramite impiccagione o fucilazione.

Un luogo oscuro che porta con sé la memoria di un passato tragico e che esponeva al visitatore senza alcuna mediazione… , parlo al passato, perchè dal gennaio 2017 il sito di Patarei è stato chiuso alle visite, per il grave stato di degrado dell’intero edificio, ma, pare, ci siano già in corso, concorsi assegnati per la riqualificazione in un qualcosa di completamente diverso.

Per ora, guardiamo questo filmato di meno di 8 minuti che ho trovato in rete

Dal maggio 2014, è stato possibile visitare questa prigione.
Quarantasette anni di terrore, deportazioni, mistificazioni e uccisioni sono ancora ben impressi nella memoria collettiva dei popoli baltici e se ci fosse stato qualche dubbio, si poteva sempre visitare questo luogo dove migliaia di estoni hanno trascorso i giorni più duri della loro vita che, per molti di loro, furono anche gli ultimi.

Per l’apertura al pubblico non venne stato fatto alcun intervento anche a scapito dell’incolumità dei visitatori, tutti gli ambienti: i lunghi corridoi, le celle, le stanze di isolamento, le docce, le torrette, la mensa, gli uffici e la sala impiccagioni, vennero semplicemente aperti lasciando le cose così come erano quando furono abbandonate infretta e furia come fu lasciato nel 2002 quando, a dieci anni dalla riconquistata indipendenza estone, il carcere venne definitivamente chiuso.

A Tallinn, infatti, ancora oggi si può facilmente tracciare il percorso dei disgraziati che venivano accusati di ostilità dal regime: venivano prelevati dalla polizia segreta e portati nella centralissima sede dell’NKVD (poi diventata KGB) che si trova all’angolo tra via Pikk e via Pagari.

Qui, venivano sommariamente interrogati e in seguito tradotti nella famigerata prigione di Patarei.
Da Patarei, dopo un periodo più o meno lungo di interrogatori e torture, fisiche e/o psicologiche, venivano deportati a est, nei famigerati gulag siberiani.
In altri casi, invece, gli arrestati venivano sentenziati a morte e la condanna veniva eseguita direttamente dentro la prigione, il tutto con processi che potevano durare solo una trentina di minuti, all’interno del carcere e senza alcuna garanzia legale per i disgraziati che erano già destinati all’esecuzione, prima ancora che il processo iniziasse.
I corpi dei giustiziati, venivano scaricati direttamente in mare per farli scomparire nel nulla.

La sala impiccagioni era visitabile: si tratta di una stanza quadrata, disadorna e con al centro una botola alta venti o trenta centimetri situata in corrispondenza di un gancio metallico posto nel soffitto. Nessuna sofisticazione, la sala conserva, pare, ancora la comune scaletta in legno utilizzata per appendere o staccare il condannato, così come la stanza dedicata alle esecuzioni che avvenivano più sommariamente tramite un colpo di pistola diretto alla nuca del condannato.
La stanza non ha alcun segno particolare.
L’ultima esecuzione avvenne nel 1991, poi, finalmente, l’Estonia guadagnò la libertà e l’indipendenza dal regime sovietico.

Patarei, venne impiegato anche dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.

I servizi di sicurezza, le SS, utilizzarono le celle di Patarei per internare oppositori politici e ebrei durante i quattro anni dell’occupazione nazista (1941-1944).

Gli ebrei di Tallinn venivano divisi in base al sesso: gli uomini veninano mandati alla prigione di Patarei, le donne al campo di concentramento di Harku, a ovest di Tallinn.
A Patarei, vennero uccisi 207 ebrei già nell’ottobre del 1941 (a meno di un anno dall’occupazione nazista).
Nell’estate del 1944, a Patarei fu deportato e massacrato anche un gruppo di ebrei francesi.
In Estonia, al momento dell’occupazione nazista, vivevano 963 ebrei: l’intera comunità fu rapidamente cancellata e alla fine della guerra, non era vivo nessun ebreo residente

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