Memoriale Croce Rossa – Solferino

La battaglia che fu combattuta sulle colline moreniche che stanno fra San Martino e Solferino il 24 giugno 1859 fu catastrofica come poche altre, non fu semplicemente, come si studiava a scuola una volta, l’episodio decisivo della seconda guerra di indipendenza italiana.
Alla fine della battaglia, rimasero sul campo di battaglia poco meno di 6000 morti e circa 24.000 feriti più o meno gravi, tra franco piemontesi e austriaci
Il problema che a causa della notte, molti dei feriti rimasero tutta la notte sul campo, perchè l’oscurità rendeva problematico il procedere in cerca dei sopravvissuti meno gravi che potessero avere qualche chance di farcela
Il risultato fu che per tutta la notte, si susseguirono gli strazianti gemiti e le diperate urla di chi soffriva o stava per morire.
Fu questo scenario da tregenda che colpì profondamente un giovane e indebitato uomo d’affari svizzero, il trentunenne Jean Henry Dunant, che era arrivato in prossimità del fronte nella speranza di risolvere i propri problemi incontrando l’imperatore Napoleone III.

A Castiglione delle Stiviere, a ovest di Solferino, dove era stato allestito l’ospedale da campo per i feriti dello schieramento franco-piemontese, Dunant vide palesarsi sotto i suoi occhi il più inatteso e terribile degli spettacoli: centinaia, migliaia di soldati, venivano ricondotti dal campo di battaglia con ferite terribili, spesso privi di braccia o gambe, per poi essere abbandonati a se stessi, non essendoci medici e infermieri per prestare loro le prime cure.
A darsi da fare parevano essere solo le donne del paese, animate dal parroco don Lorenzo Barziza.
Dunant, fervente calvinista, si mise a cercare uomini e donne che lo aiutassero a fornire ai feriti acqua, cibo e bende, fece aprire le chiese per alloggiarli, si spinse di persona sui campi di battaglia per raccogliere altri feriti.
Nacque così il progetto di formare squadre di infermieri volontari che potessero soccorrere i feriti sui campi di battaglia, secondo un criterio di assoluta imparzialità.
Un’idea che s’impose subito: già dal 1863 cominciarono a nascere le prime società nazionali della Croce Rossa.

Nel giugno 1864 nasceva a Milano il primo comitato italiano, e nell’agosto successivo veniva firmata la prima Convenzione di Ginevra, che sanciva la neutralità delle strutture della Croce Rossa e del personale sanitario impiegato, medici e infermieri.
In seguito Dunant non ebbe mai una vita semplice e sarebbe morto povero, con l’unica consolazione del Nobel per la pace assegnatogli nel 1901.
La sua idea e la sua opera però è continuata, fino a imporre la Croce Rossa Internazionale come una delle organizzazioni umanitarie più importanti del mondo.

Solferino, dove l’idea fu concepita, lo ricorda con un semplice memoriale.
Dal parco che circonda la rocca, si stacca verso ovest un viale di cipressi, detto di San Luigi Gonzaga, il santo che la tradizione vuole passeggiasse proprio in questo luogo.
Percorrendolo si giunge al memoriale della Croce Rossa, eretto in tutta semplicità nel centenario della battaglia: una croce rossa in vetro, un muro in pietra bianca con i nomi dei paesi che hanno aderito via via alla Croce Rossa, poche parole incise su un cippo a ricordare l’opera di Dunant.

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