Vilnius – Memoriale del 13 Gennaio 1991 (Sausio 13-osios memorialas)

Il 13 gennaio 1991, cittadini lituani hanno formato uno scudo umano per proteggere il centro radiotelevisivo dall’attacco di forze sovietiche nella capitale Vilnius.

I lituani ricordano il 13 gennaio 1991 come il giorno in cui più di una dozzina di persone perso la vita per l’indipendenza del loro paese.
Secondo fonti lituane alcune delle vittime furono schiacciate dai carri armati sovietici e altri furono uccisi a colpi di arma da fuoco.
In quel giorno, la Lituania abbandonò l’eredità sovietica e intraprese il cammino verso l’UE e la NATO.

Durante il crollo dell’Unione Sovietica, la Lituania aveva ristabilito la sua indipendenza nel 1990.
All’inizio del 1991, Mosca aveva chiesto il ripristino della Costituzione sovietica e che la Lituania rinunciasse alla sua indipendenza.
Il 13 gennaio del 1991, forze pro-Cremlino, appoggiate dall’esercito sovietico, cercarono di riprendere il potere in Lituania con un colpo di stato, ma ha fallirono.
In risposta a quei fatti di sangue, si tenne un referendum con il quale la popolzaione Lituana confermò in maniera schiacciante, il desiderio di separarsi dall’Unione Sovietica.

Mosca dichiarò non valido e nullo il referendum

Ma, dopo il tentativo di colpo di stato fallito da estremisti comunisti a Mosca nell’agosto del 1991, e grazie anche a un costante e sottile lavoro diplomatico, l’indipendenza della Lituania è stata riconosciuta in tutto il mondo immediatamente.

Le indagini sono ancora in corso

Secondo l’ufficio del procuratore generale lituano, un totale di 14 persone sono state uccise nei tragici eventi che coinvolsero l’esercito sovietico nella capitale lituana.
Altri 700 furono gravemente feriti e 3.000 leggermente feriti.
“I risultati delle indagini hanno rivelato che le accuse possono essere mosse contro 79 persone, e che 66 cittadini della Federazione Russa, dell’Ucraina e della Bielorussia sono stati accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
I loro casi, insieme alle prove delle accuse, sono stati consegnati ai giudici.
Ancora circa 10 sospetti sono ancora sotto inchiesta. Tre altri sospetti sono ora deceduti”.
La maggior parte degli accusati risiede al di fuori della Lituania ecco perché sono stati inseriti in una lista di ricercati internazionali.
“L’Ucraina è stata finora la nazione più cooperativa. Le autorità in Russia e nella Bielorussia hanno ignorato costantemente le nostre richieste ” ha affermato Elena Martinonene, portavoce dell’ufficio del procuratore generale lituano.

Il memoriale

Il memoriale è situato di fianco al Seimas della Repubblica di Lituania (il Parlamento) e immortala la memoria dei difensori della libertà e degli eventi del 13 gennaio.
Frammenti delle fortificazioni a difesa del palazzo parlamentare sono stati incorporati nel memoriale.
Gli architetti hanno conservato un autentico frammento delle mura difensive del 1991, frammenti di barricate della difesa, barriere anticarro di legno e barriere anticarro in cemento, con la statua storica della S. Vergine Maria che venne rinchiusa in una costruzione di vetro e al suo interno erano collocate fotografie di periti difensori della libertà.
Il memoriale può essere visitato in qualsiasi momento della giornata, ma dalle 11.00 alle 13.00, ci sono visite guidate con le associazioni dell’Unione dei difensori dell’indipendenza.

Eredità

Ancor oggi, persiste un certo nervosismo, lungo tutto il confine fra la Lituania e l’Unione Sovietica, frenata solamente dal fatto che quest’ultima è entrata, assieme alle due “consorelle” Lettonia ed Estonia, nella U.E. e nella N.A.T.O.

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