Castello reale di Sarre

DALLE CACCE REALI AL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO

Vittorio Emanuele Il e Umberto l, sovrani d’Italia: sono loro i protagonisti di questa nobile dimora affacciata verso e selvagge valli di Cogne, Rhêmes e Valsavarenche.
Col suo aspetto sobrio ed austero, il Castello Reale di Sarre si erge a pochi chilometri da Aosta, in posizione sopraelevata sul fondovalle.
Un castello che racconta di una grande passione, quella per a caccia, dei reali d’Italia.

Dalla sua torre i sovrani sabaudi organizzavano poderose battute venatorie a stambecchi e camosci scrutando col binocolo quelle vaste riserve di caccia da cui nascerà, nel 1922, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco naturale d’ Italia.
L’esistenza di una primitiva costruzione fortificata è attestata dal 1242 e si lega a Jacques de Bard, fondatore della casata dei Sarre.
Appartenne a questa famiglia sino al 1364 quando, morto l’ultimo erede maschio, fu affidato a Henri de Quart da Amedeo VI di Savoia.

L’edificio ebbe poi diversi proprietari fino agli inizi del Settecento, quando venne acquistato dal barone Jean Francois Ferrod, socio del conte Perrone di San Martino nello sfruttamento delle miniere di rame di Ollomont.
Fallito il Ferrod per diversi investimenti azzardati, dopo vari passaggi di proprietà fu acquistato nel 1869 dal re d’Italia Vittorio Emanuele Il, che lo ristrutturò e lo utilizzò in occasione delle sue battute di caccia.
Era questa un’attività importante per l’economia della zona in quanto portava guadagno a decine di persone impegnate ne l’allestimento delle strade, nella preparazione e manutenzione delle attrezzature necessarie, negli avvistamenti e nel recupero degli animali.

Negli ultimi anni del suo regno, Umberto I rivolse una particolare attenzione alla residenza di Sarre, di cui promosse il rinnovamento interno: tra i lavori realizzati in quell’occasione figurano le importanti campagne decorative degli ambienti di rappresentanza, raffinatamente arredati, impreziositi da cimeli e opere d’arte ed ornati con centinaia di trofei di stambecco e di camoscio.

Di forte impatto la galleria e il salone d’onore, dominati da vortici di decorazioni “venatorie” decisamente insolite che creano un effetto finale senz’altro stupefacente e fuori dal comune.
Dal 1989 il castello è di proprietà della Regione autonoma Val e d’Aosta, che ne ha curato il restauro e l’allestimento museale.

Fonte: Love VdA

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