Bassano del Grappa

Prima di visitare Villa Emo, facciamo una sosta doverosa a uno dei centri abitati simbolo della prima guerra, proprio il giorno prima del centenario della sua fine; con il Ponte ormai famoso in tutto il mondo per essere una sorta di “Ponte dei Sospiri”veneziano, dato che attraverso questo ponte, le truppe italiane passavano per raggiungere il fronte sull’altopiano dei 7 comuni e chi passava di qui, sapeva che da questo punto in poi, il ritorno non era per nulla scontato.

I manufatti ritrovati nella necropoli di San Giorgio di Angarano, datati tra il XI e il IX secolo a.C., testimoniano un insediamento precedente all’arrivo dei Romani.

Questi conquistarono la zona nel II secolo a.C. e la resero coltivabile.

L’antico nome di Bassano doveva essere Fundus Baxiani, che indicava la proprietà agricola di un certo Bassio o Bassus.

Sono poche le informazioni circa il successivo dominio longobardo (568 – 774) e franco (774 – 888), mentre fonti scritte confermano l’esistenza di un primo nucleo della città già nel 998, con la pieve di Santa Maria, e nel 1150, con il castello.

La prima guerra mondiale vide Bassano come zona di guerra, paralizzando ogni attività sino al 1916.

Proprio in quell’anno la vicina cittadina montana di Asiago venne occupata dagli imperiali, dal cui centro completamente raso al suolo dai bombardamenti lanciarono alcune granate verso Bassano.

Alla fine di maggio 1916 arriva la 28ª Squadriglia che resta fino al 30 luglio.

La disfatta di Caporetto (1917) vide poi la città in prima linea, costringendo all’evacuazione più di 7000 persone.

Oltre a ciò, nella città si riversarono migliaia e migliaia di soldati diretti al fronte seguiti da intere carovane di fuggiaschi civili provenienti dai vari paesi invasi dagli austro-ungarici, in particolare dall’altopiano dei Sette Comuni.

Furono giorni terribili anche perché gli austriaci giunsero a pochi chilometri dalla cittadina, fermando il fronte di guerra sul Monte Grappa, nella Valsugana e sui rilievi a sud dell’altopiano di Asiago.

A seguito della guerra (23000 soldati sono sepolti sull’ossario del Grappa) il governo fascista decise nel 1928 di cambiare il nome della città: da “Bassano veneto” all’attuale Bassano del Grappa.

Anche a Bassano del Grappa, tra il 1922 ed il 1943, si affermò il fascismo e dal 1926 il sindaco venne sostituito da un podestà governativo.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista, la città subì l’invasione tedesca.

«Durante la Guerra di liberazione fu uno dei più gloriosi centri di organizzazione della Resistenza».

Varie unità operarono nella zona, incluso formazioni delle Brigate Garibaldi, delle Brigate Matteotti e delle Brigate “Italia Libera”.

L’evento più drammatico che subì la Resistenza locale fu il «rastrellamento del Grappa» del settembre 1944 (più di 500 morti e 400 deportati), che culminò il 26 settembre 1944 con l’eccidio di Bassano con 31 impiccagioni nei viali cittadini.

Responsabile di queste atrocità fu il vicebrigadiere delle SS Karl Franz Tausch.

Il 17 febbraio 1945 un gruppo di 15 partigiani comandati da Primo Visentin (nome di battaglia “Masaccio”) fece saltare il Ponte vecchio: ci furono due vittime.

Per rappresaglia i nazisti prelevarono dalle prigioni tre partigiani e li fucilarono sul ponte (Federico Alberti, Cesare Lunardi e Antonio Zavagnin).

Il 28 aprile 1945 anche Bassano del Grappa fu liberata.

L’elevato numero di vittime alla fine della guerra valse alla città del Grappa la Medaglia d’oro al valor militare per la guerra di liberazione.

Dopo la visita alla città, ne approfittiamo per andare a visitare anche il Tempio Ossario, dato che è il 4 novembre, la circostanza, per noi, riveste particolare importanza.

Il Tempio Ossario di Bassano del Grappa, è una chiesa monumentale inaugurata nel maggio del 1934.

Nonostante fosse stato originariamente concepito come nuovo duomo della città, fu trasformato anche in un sacrario militare che raccoglie i resti di soldati morti nella prima guerra mondiale.

I lavori di costruzione della grande chiesa iniziarono nel settembre del 1908 ma, ben prima del completamento, dovettero fermarsi a causa dello scoppio della prima guerra mondiale.

Il duomo rimase incompiuto fino al 1930 quando, dopo un accordo tra la parrocchia e il Ministero della difesa, fu deciso di impiegarlo anche come sacrario militare (i corpi dei caduti furono riesumati dai vari cimiteri della fascia pedemontana e riuniti in un unico luogo).

Venne così completato e inaugurato nel 1934.

A causa della sua travagliata storia e viste le sue molteplici funzioni dipende oltre che dalla parrocchia e dal comune, anche dal Ministero della difesa.

Nel complesso monumentale sono tumulati oltre 5000 soldati provenienti da tutta Italia, dei quali oltre duecento decorati con medaglie d’argento o bronzo al valore militare.

Tutti i nomi e i cognomi dei defunti sono noti perché il tempio contiene esclusivamente militari deceduti negli ospedali da campo.

Questi uomini, combatterono sul Monte Grappa nell’ultimo anno di guerra (1917-1918) e il gruppo più consistente faceva parte dei cosiddetti “ragazzi del 99” (conosciuti con quest’appellativo in quanto furono chiamati al fronte a diciotto anni in sostituzione dei quasi trecentomila militari morti, dispersi, feriti o disertori causati dalla disfatta di Caporetto avvenuta nell’autunno del 1917).

Il tempio ossario custodisce inoltre i corpi di quattro ufficiali decorati con la medaglia d’oro e anche i resti del principe Umberto di Savoia–Aosta, conte di Salemi, nipote del primo re d’Italia Vittorio Emanuele II e fratello del duca d’Aosta.

Nel fondo della chiesa, vicino alla porta centrale è presente una lapide dedicata alle vittime delle guerre. All’interno del sacrario riposano anche ottantasette tra militari (morti in Germania e in Russia) e civili deceduti sotto i bombardamenti a Bassano (trasferiti dal locale cimitero di Santa Croce).

Nel fondo della chiesa, vicino alla porta centrale è presente una lapide dedicata alle vittime delle guerre.

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